Tuscania (VT): le chiese di S. Pietro e S. Maria Maggiore
Per scoprire come scaricare il post in PDF, leggi le istruzioni alla fine dell’articolo.
Le città dalla storia millenaria spesso si trasformano, mutano, e i luoghi che un tempo erano il cuore del centro abitato, oggi non lo sono più.
Questo è quello che è successo a Tuscania, piccolo borgo della provincia di Viterbo; qui infatti, tra i tanti bei luoghi da vedere, è possibile ammirare due edifici sacri che sono tra i maggiori capolavori dell'arte e dell'architettura medievale europea: le chiese di S. Maria Maggiore e di S. Pietro.

La chiesa di S. Pietro a Tuscania domina solitaria un alto colle, probabilmente l’antica acropoli della città
Nonostante entrambi i luoghi di culto abbiano svolto la funzione di cattedrale di Tuscania, oggi sono situati al di fuori dell'abitato moderno.
S. Maria Maggiore sorgeva ai piedi dell'acropoli antica, S. Pietro sulla sua sommità; ma con il passare dei secoli, gli abitanti di Tuscania hanno abbandonato questo settore della città, per ritirarsi all'interno delle mura.
Eppure, oggi, la posizione isolata di questi edifici rende forse ancora più affascinante la loro visita.
S. Maria Maggiore
Mentre ci si avvicina a Tuscania provenendo da Roma o da Viterbo, ad accompagnare l'ultimo tratto di strada è la presenza costante della chiesa di S. Pietro, che compare in alto su un colle, circondata da torri medievali.
È S. Maria Maggiore però il primo edificio che si incontra, appena prima di entrare nel centro abitato.

L’abside della chiesa di S. Maria Maggiore, che si incontra seguendo la strada che conduce a Tuscania. Le dimensioni dell’abside sono molto contenute rispetto al resto dell’edificio
Come vedremo per S. Pietro, anche per S. Maria la questione della datazione dell'edificio è ancora aperta: già citata nel IX secolo, la chiesa che vediamo oggi è stata costruita tra la fine dell'XI e la metà del XII secolo.
Dopo aver ceduto il titolo di cattedrale a S. Pietro, S. Maria mantenne comunque il privilegio del fonte battesimale, che ancora oggi è possibile ammirare.
A un primo sguardo, colpisce subito una particolarità di questo luogo di culto: a poca distanza dalla facciata, svetta il campanile, che sembra quasi voler proteggere l'area antistante la chiesa.

Lo spazio antistante la facciata di S. Maria Maggiore è molto limitato, a causa della presenza di una massiccia torre campanaria, parzialmente crollata
Al tempo stesso, lo spazio limitato davanti alla facciata permette di creare un'atmosfera più intima tra i visitatori e la chiesa, e contribuisce ad attirare l'attenzione verso la ricca decorazione dell'edificio.
Il portale principale raccoglie diversi rilievi medievali che meritano di essere ammirati: nella lunetta, una Madonna con Bambino è circondata da un Agnello di Dio (Agnus Dei), da un rilievo con la raffigurazione de 'Il sacrificio di Isacco', e da un'ultima figura maschile, identificata da alcuni studiosi con Balaam, personaggio citato nell'Antico Testamento, mentre secondo altri farebbe sempre parte della scena precedente.
È probabile che queste sculture facessero parte di un complesso decorativo più articolato, che probabilmente non fu mai terminato.
Nella parte superiore della facciata trovate una piccola loggia, una vera e propria galleria cieca chiusa da nove colonnine, con due grifoni posti alle sue estremità.

La facciata della chiesa di S. Maria Maggiore è divisa in due parti da un loggiato formato da nove piccole colonnine. Dei grifoni sui due lati chiudono la composizione
È però il rosone, composto da cerchi concentrici e piccole colonne, ad attirare il vostro sguardo; a incorniciarlo, i rilievi con i simboli degli evangelisti.

Il rosone è formato da due cerchi concentrici, ed è circondato da rilievi con i simboli degli evangelisti

Dettaglio del rosone, dove si nota molto bene il contrasto di colori dovuto ai diversi materiali utilizzati
Prima di entrare in chiesa potete dedicare qualche minuto anche i due portali laterali: quello di destra presenta nella lunetta delle figure umane circondate da tralci d'uva; quello di sinistra è più particolare: se lo osservate con attenzione, potete scorgere una figura mostruosa, una sorta di uomo-pesce, circondato da una fitta vegetazione che fuoriesce dalla bocca di due animali fantastici, forse delle arpie.
Ora possiamo entrare in chiesa, ma notate l'ultima meraviglia del portale principale: mentre vi preparate a oltrepassare la soglia infatti, poserete lo sguardo su due sculture che affiancano l'ingresso.
Hanno uno volto severo, uno sguardo immobile che sembra ignorare la vostra presenza: si tratta della raffigurazione di S. Paolo, alla vostra sinistra, e S. Pietro, a destra (la testa di S. Paolo è stata danneggiata e reintegrata nel 1967).
Sempre sulla vostra sinistra, potete scorgere un capitello con un’interessante raffigurazione della 'Fuga in Egitto'.
L'interno della chiesa
È difficile immaginare quale potesse essere il colpo d'occhio che la chiesa di S. Maria Maggiore poteva regalare in età medievale. Rimangono dei frammenti di questa bellezza, brani di affreschi che coprivano non solo le pareti, ma anche le colonne dell'edificio.

Veduta dell’interno della chiesa di S. Maria Maggiore. Restano tracce di colore sulle colonne, mentre sull’arco trionfale si vedono i resti del monumentale “Giudizio Universale” trecentesco
Nella navata destra trovate il fonte battesimale, che permetteva di celebrare il battesimo per immersione; nella navata centrale invece potete ammirare il pergamo, ossia il pulpito dal quale il prete si rivolgeva ai fedeli, composto in questo caso da rilievi medievali risalenti all'VIII, IX e XII secolo.
Ma la chiesa di S. Maria Maggiore ha ancora un piccolo gioiello da svelare, proprio nella sua parte terminale: si tratta di un enorme affresco trecentesco, che raffigura in alto Cristo in gloria tra gli apostoli, mentre nella parte più bassa presenta uno splendido Giudizio Universale.
È ovviamente la scena infernale a catturare l'attenzione: a dominare la composizione è il demonio in persona, Lucifero, che con le sue fauci mostruose sbrana i dannati, per poi espellerli e lasciarli precipitare nella bocca di un mostro ancora più spaventoso.

La raffigurazione dell’Inferno. Domina la scena Lucifero, che divora i dannati, e poi li espelle, lasciandoli precipitare nell’abisso infernale
Intorno a Lucifero, le altre creature infernali sono impegnate a torturare e a provocare sofferenza ai dannati: spostando lo sguardo potrete individuare ogni sorta di supplizio possibile.
Prima di uscire dalla chiesa e spostarvi verso S. Pietro, potete dedicare ancora del tempo a scoprire i vari capitelli figurati di cui la chiesa è ricca: ce ne sono davvero di molto affascinanti.
La chiesa di S. Pietro
In linea d'aria, le due chiese di S. Pietro e S. Maria Maggiore sono davvero molto vicine. Se uscite dalla chiesa di S. Maria e guardate oltre il campanile, potrete vedere a poca distanza l'abside della chiesa di S. Pietro.
Quest'ultimo luogo sacro si raggiunge dopo aver costeggiato i resti di edifici d'età romana che sorgevano sull'acropoli.
Per entrare, si oltrepassa un cancello, e subito alla vostra destra trovate ad attendervi uno spettacolo meraviglioso: un vasto prato d'erba verde costeggia un arco antico, probabilmente di età romana; a chiudere la visione, come una scenografia, la facciata della chiesa, colorata di chiaro e scuro grazie al marmo e al tufo.

Un arco antico sorge solitario davanti alla chiesa di S. Pietro, rendendo ancora più scenografica la comparsa della chiesa
Completano il quadro due alte torri difensive e il palazzo vescovile, circondato da reperti antichi.
Oggi la chiesa è isolata, lontana dal frastuono della vita cittadina; eppure, per secoli S. Pietro è stata la cattedrale di Tuscania, fino al 1572, e qui si svolgevano i mercati e le corse all'anello.
Dibattutissima è la sua data di costruzione: oggi è superata la datazione all'VIII secolo, che faceva della chiesa uno dei primissimi esempi italiani di arte romanica, mentre si tende ad accettare la sua realizzazione nelle forme attuali nell'XI secolo (la facciata sarebbe invece stata completata nel XIII).
La facciata, nella sua composizione, è molto simile a quella di S. Maria Maggiore: tre portali, e al di sopra di quello centrale una piccola loggia con colonnine, sopra la quale si distende il bellissimo rosone, circondato da numerose sculture.
In questo caso la decorazione è più articolata rispetto alla chiesa che abbiamo già visitato: ai due lati del rosone infatti si trovano due bifore con colonnine, circondate da sculture, con un significato simbolico ben preciso.
Vengono contrapposti Paradiso e Inferno, Bene e Male, Dio e Demonio. Il rilievo di sinistra è dedicato all'elemento paradisiaco: un Agnello di Dio è circondato da angeli e figure umane, forse santi o padri della chiesa.

Il lato sinistro della facciata (il destro se si volgono le spalle alla chiesa), dedicato all’elemento paradisiaco
Chiude il rilievo una figura maschile, che ricorda molto l'arte etrusca, e che è stata identificata come un Atlante che sorregge l'intero rilievo.
Diverso è il tema delle sculture sul lato destro (che però è il sinistro dando le spalle alla chiesa: il lato sinistro è sempre legato al maligno nel medioevo), dedicate alla raffigurazione dell'aspetto demoniaco: l'elemento principale è il volto trifronte del diavolo, una vera e propria trinità diabolica, che tiene tra le mani un serpente, e dalle cui bocche laterali fuoriescono dei tralci vegetali, popolati da arpie.
I tralci finiscono in alto tra le fauci di un altro volto trifronte, che chiude il rilievo. C'è una piccola differenza nelle due rappresentazioni del Diavolo: il volto alla base ha delle fiamme come capelli, il volto nella parte alta ha invece la fronte coronata da delle corna.
Bellissimo il rosone, circondato dai simboli degli evangelisti e decorato da cornici in mosaico. Nel 1971, una tremenda scossa di terremoto causò danni enormi alla chiesa: il rosone stesso precipitò a terra, ed è stato restaurato con pazienza e dedizione grazie al supporto del Gruppo Archeologico romano.
C'è ancora un elemento da poter ammirare su questa facciata, che sembra davvero offrire qualcosa da scoprire ovunque si posi lo sguardo, come se stessimo sfogliando un'enciclopedia medievale: ai lati del rosone, due splendidi draghi sono raffigurati in verticale, mentre rincorrono la loro preda.
Sembra quasi di poterne sentire il verso mostruoso.

Una veduta d’insieme della decorazione della parte alta della facciata: un bovino, forse un toro, in tufo chiude la decorazione, mentre alle sue spalle si trovano la bifora, il drago e il rosone
L'interno della chiesa
Non soltanto medioevo: all'interno della chiesa, divisa in tre navate, uno dei primi elementi che colpisce il visitatore è la lunga fila di sarcofaghi etruschi che riempiono la navata sinistra dell'edificio.

La chiesa di S. Pietro raccoglie al suo interno una serie di sarcofaghi etruschi, provenienti dalle vicine necropoli.
Come in una sala di un museo, è possibile con un solo sguardo abbracciare millenni e millenni di storia, pensando agli uomini che hanno abitato gli stessi luoghi per secoli, onorando divinità diverse e lasciando un segno indelebile del loro passaggio.
Le colonne delle navate sono impreziosite da bei capitelli antichi, mentre il pavimento della navata centrale è un meraviglioso esempio di decorazione marmorea medievale: la navata centrale è interdetta all’accesso a causa della precaria condizione di conservazione del pavimento.

Molto materiale antico è stato riutilizzato nella costruzione della chiesa, soprattutto capitelli e colonne. Notate anche la particolarità del doppio arco, con dei conci separati
Si discute molto sulla datazione del ciborio che protegge l'altare: secondo alcuni studiosi sarebbe un elemento originale della chiesa medievale, secondo altri un rifacimento ottocentesco.

Il ciborio che protegge l’altare secondo alcuni studiosi sarebbe autentico, quindi medievale, secondo altri sarebbe soltanto una ricostruzione ottocentesca
Il terremoto del 1971 non ha causato danni solo all'esterno: gli affreschi che ricoprivano l'interno della chiesa sono infatti crollati, e ne restano soltanto alcuni frammenti nell'abside e nella navata laterale.
La cripta
Ma la chiesa di S. Pietro nasconde ancora altri ambienti che meritano una visita: scendendo una scalinata nella navata destra, si scende nel cuore dell'edificio, la cripta.
Una fittissima rete di colonne antiche, ventotto in tutto, suddivide questo ambiente sotterraneo, dove è possibile ammirare anche quello che resta dell'affresco originario della piccola abside: una Madonna in trono circondata da santi e angeli.
Una finestra illumina la cripta, e vale veramente la pena di percorrere interamente questa foresta di colonne, prima di risalire in chiesa.
S. Pietro e S. Maria Maggiore: uno straordinario patrimonio da salvare
Non è possibile in un solo post raccontare ogni dettaglio, ogni scultura, ogni frammento di affresco che decora queste due chiese.
Si tratta di edifici su cui si potrebbero scrivere non solo numerosi articoli, ma libri interi.
La speranza è quella di aver incuriosito chi non conosceva queste chiese, oppure chi le aveva già viste ma magari si è perso qualche dettaglio, o chi vorrebbe da tempo visitare Tuscania.
Perché questi monumenti hanno bisogno di essere vissuti e conosciuti: le chiese infatti sono tenute aperte da degli splendidi volontari, che permettono ai visitatori di ammirare questi meraviglie, e contribuiscono a raccogliere fondi per i restauri, di cui c'è un bisogno enorme.
Se riuscirete a visitare queste chiese, lasciate una piccola offerta, anche simbolica, per contribuire alla loro sopravvivenza.
E soprattutto parlatene, fatele conoscere, spingete quante più persone possibile a prendere coscienza della ricchezza straordinaria che rischiamo di perdere nel giro di pochissimo tempo.
Questi edifici hanno attraversato i millenni, dobbiamo far in modo che possano continuare a sopravvivere.
Come arrivare a Tuscania
Una sottolineatura importante: entrambe le chiese chiudono alle 13 per riaprire alle 15. Se volete visitarle quindi, vi conviene andare o la mattina presto, o nel pomeriggio.
Se arrivate a Tuscania in auto, trovate un ampio parcheggio a pagamento alle porte del borgo, in Piazza dei Bersaglieri, l’ideale per visitare il centro abitato.
Le due chiese sono situate fuori dalle mura, ma è possibile parcheggiare facilmente davanti a entrambi i luoghi di culto.
Per arrivare in treno, la soluzione più comoda è forse quella di scendere a Viterbo, e da qui prendere un autobus Cotral per Tuscania. Qui trovate tutti gli orari dei bus.
Dal borgo si possono raggiungere le due chiese anche a piedi, si tratta di una ventina di minuti di camminata, ma la parte finale, per raggiungere S. Pietro, è abbastanza ripida.
Scarica l’articolo in PDF
Per scaricare l’articolo in PDF e leggerlo quando vuoi, lascia qui la tua email. Riceverai il link per il download, e sarai iscritto alla newsletter del blog.
Karin Westerwelle
Fantastico!